Spirito
Eros
Dal cassetto

Le acque dolci

L’acqua che tocchi del torrente è l’ultima che sta andando, la prima di quella che viene. Così è il tempo presente, come il torrente. Cade dall’alto del colle, e fragile come un pargolo che vede la luce del mondo, svenendo si tuffa sulla via della vita.

Poi sbuffa i primi vagiti senza saper cosa sarà tutto quel blu lontano a valle laggiù, senza saper che nel mare si va, a scivolare, ancor di più, precipitare … ecco si, precipitare come un canto al cielo innalzato, come un mistero che già vuol esser salvato, come uno iato, un grido d’aiuto … una domanda quel cader nella vita inatteso, quel trovarsi corpo … mistero sospeso …

L’acqua che tocchi del torrente è l’ultima che sta andando, la prima di quella che viene. Così è il tempo presente, come il torrente.

D’un tratto potente nell’ergersi tra valli, rocce, frasche, dirupi, ed erbe fresche, così che trovando forza serpeggia sinuoso tra le dita degli alberi … e ancor più scendendo accarezza i pesci d’argento, e come contento abbevera il verde selvatico che lo circonda … e poi la terra feconda, fino all’ultima spruzzo di onda, fino a tremare prima di gettarsi, ecco si, nel mondo del mare, diciamolo con una parola, fino a lasciarsi andare, alla vita, all’amore.

(Tratto dal prologo dello spettacolo “Per i tuoi occhi chiari”, storia di Aldo Gastaldi, “Bisagno”)