(Buio. Si sente da lontano “Com’è profondo il mare” di Lucio Dalla per una trentina di secondi. Si alza lenta una sola luce al centro palco. Entra l’attrice: ha un vestito bianco di lino con delle rose rosse qua e là. E’ a piedi nudi e tieni in mano dei sandali in canapa. Si posiziona in centro scena.
C’è una sedia di fianco all’attrice. Sfuma la musica).
Io sono la donna del faro. Faccio il terzo turno. Da mezzanotte alle otto del mattino. Da quattordici anni al faro del porto. Navi che vanno pescatori che tornano e io qui. Faccio il mio mestiere. Il più bello del mondo. Osservo il mare. Lo osservo nei suoi movimenti sensuali, nella sua potenza. Nel suo mistero. Lo osservo tutte le notti. Da quattordici anni. E con la fantasia mi ci tuffo dentro. Nel buio della notte e delle onde, e nuoto a scendere. Fino ad arrivare al fondo. E lì, nel fondo, ho scoperto cosa si nasconde.
In quelle culle d’onda. Si nascondono i misteri dei millenni. La storia del mondo.
Nel fondo del mondo blu c’è tutto. C’è la comunità dei morti. Più vasta di quelli che campano. E quelli che campano sono di più di quelli che vivono. E quelli che vivono poi sono di più di quelli che gustano. E quelli che gustano sono di più di quelli che cercano. E quelli che cercano poi sono di più di quelli che amano. Che sono pochi. Pochissimi. E si confondono. Tra il marasma del fare. E nessuno li riconosce che non hanno lustrini e nemmeno pajette… che non hanno voce alta e fosforescenze. Non hanno palchi, pedane, fari, voti, altari, applausi. I pochi, pochissimi, che amano si occupano d’amare.Tutto qui. Niente di più nulla di meno.
Il mare è l’altro mondo, quello fondo. Blu. Tra di noi.
Ci sono le ombre degli uomini. I segreti come le gioie. E poi le speranze tutte ci sono. E le cose spostate ci sono. Le grida, le risa, i muscoli degli uomini forti, e i cuori che hanno desiderato tanto. E poi tutti gli occhi che hanno pianto. Tutti questi occhi che hanno pianto ci sono. Come le labbra che hanno baciato. E le volontà, ci sono le volontà che hanno realizzato. E i coraggi, ci sono i coraggi che hanno cambiato. La tristezza in responsabilità.
E ancora ci sono i santi. E le puttane. Nel fondo del mondo blu. I santi belli. E le puttane belle. I santi che parlano agli uccellini e gli uccellini che rispondono ai santi. Che è una cosa dell’altro mondo ma è vera. Gli uccellini che parlano dai rami. E i santi che hanno cuore per sentirli. Per capirli. E allora dialogano tra di loro che sembrano facciano l’amore i santi con gli uccellini.
Come capita anche alle puttane. Con gli uccellini dico.
(Sfuma la la luce fino all’ombra. Ritorna “Com’è profondo il mare” in sottofondo. L’attrice si siede incrociando le gambe nude. Sfuma al silenzio la musica e l’attrice riprende a raccontare).
E’ l’odore del sale che rimane attaccato alle mie labbra. Quello che piace al mio uomo al mattino quando torno a casa. Lui si procura da vivere scrivendo storie. Così… al mattino quando torno mentre prepara il caffè dice sempre: “Ho due proposte farti!” “Dimmi amore mio” “O mi racconti cos’hai visto nel fondo del mare questa notte, oppure ti prendo e facciamo l’amore sull’amaca?!” (Rivolgendosi al pubblico) Che sono due belle proposte, ma a volte, dico, dopo una notte trascorsa sveglia da sola al faro non è che… insomma sia così vispa da voler farmi girare e rigirare come una gallina sull’amaca….e dunque, ogni tanto, ma solo ogni tanto, rispondo “Stanotte osservando il mare ho scoperto delle cose nuove”. “Cos’hai scoperto?” dice lui.
Che ci sono i dolori preziosi come gemme e le tenerezze splendenti. Tutto appoggiati sul fondo. E le preghiere ci sono. E poi le domande come le risposte. E le persone che si sono inginocchiate davanti alla croce e quelle che hanno danzato a piedi scalzi sull’erba verde. E i cavaliere cha hanno vinto il drago. E quelli che hanno vinto il re. E anche quelli che hanno vinto il sacerdote. Giganti appoggiati nel fondo del mare. E poi c’è la leggiadria dei capelli che hanno corso al vento. E l’allegrezza dei seni che ciondolavano. E lo sperma sulle chiappe sorridenti. C’è tutto nel fondo del mondo blu.
(Si sente “You and the nght and the music” nella versione di Chet Baker in sottofondo, l’attrice si alza e raggiunge il proscenio).
Ci sono i figli mai arrivati. E quelli andati. Che non si può morire bambini! Che non è giusto morire bambini! Non è proprio giusto morire da bambini! E bisogna dirlo al mare come al cielo e gridarlo che non si può morire bambini!
(…)
C’è tutto nel fondo del mondo blu. Ci sono i pompini fatti come una preghiera segreta. Gli uomini e le donne che si sono toccati come si accarezza il volto di Gesù, e quelli che si sono baciati come asciugando una lacrima e anche quelli che si guardano come dirsi grazie. Con tutta la speranza che grida nel loro cuore come un vento alto. Che trabocca come un non trovare le parole.
(…)
(Il testo intero è in vendita. Per informazioni davide.giandrini@fastwebnet.it)