Il racconto, accompagnato da fotografie e videoproiezioni, ripercorre la vita del partigiano Aldo Gastaldi, ricordato con il nome di battaglia dell’omonimo torrente ligure: Bisagno.
La narrazione si snoda in forma poetica e diretta, dalla prima giovinezza fino alla morte, avvenuta a Desenzano del Garda il 21 maggio 1945. Il giovane Aldo Gastaldi, appassionato camminatore, rugbista e canottiere, è iscritto alla facoltà di Economia e Commercio all’Università di Genova quando, appena ventenne, viene chiamato alle armi.
“Bisagno”, cattolico e fortemente apartitico, guida certa e amorevole nei confronti dei suoi soldati, combatté sempre in modo fiero e umile, esponendosi direttamente in prima persona anche contro la politicizzazione delle formazioni partigiane.
Morì, secondo la versione ufficiale, mentre accompagnava a casa degli alpini, cadendo dal tetto dell’autocarro sul quale viaggiava e finendo poi sotto le ruote.
Negli anni successivi intorno alla sua morte nacquero numerosi sospetti.
“Continuerò a gridare ogniqualvolta si vogliano fare ingiustizie, e griderò contro chiunque, anche se il mio grido dovesse causarmi disgrazie o altro.” Bisagno