Betlemme – La culla e il somarello

Testo: Davide Rondoni
Con: Davide Giandrini
Disegni: Guido Venturini
Regia: Franco Palmieri
Service audio luci: Massimo Martorana

Genere: racconto poetico con videoproiezioni
Rivolto a: scuole primarie e secondarie
Durata: 50 minuti circa
Luoghi: teatri, sale, e chiese

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Ibrahim è un ragazzo che ha sempre lavorato molto, risparmiando con fatica anche gli spiccioli. Da grande infatti, voleva comperarsi dieci cammelli da affittare poi tipo taxi nel deserto, e diventare ricco. Quando però arriva dal negoziante si accorge che i soldi gli bastano solo per comperare un somaro. “Cosa me ne faccio di un somaro? Che non vuole nemmeno camminare! A cosa mi serve un somaro?!”

Ibrahim deve accontentarsi. Compra il somaro, e portandolo in giro, tra mercati, bancarelle e prati verdi, impara a conoscere quell’animale grigio e bigio che gli sembra strano. E’ come se Quel somaro nascondesse un segreto. Gli sembra addirittura di vederlo commosso. “Bah, forse girovagando e ficcando il muso in qua e in là, magari mentre masticava una carota con i suoi dentoni deve aver visto qualcosa di strano, forse qualcosa che gli ha fatto tremare il cuore e i baffoni sul naso peloso”.

L’annunciazione, Il sogno di Giuseppe, Il censimento, L’arrivo a Betlemme, La natività. Sono gli incontri che Ibrahim trova grazie al suo povero somaro.


“Proprio tu! Il mio somarello si è preso cura di Dio. Lui che ha vestito il cielo e la terra, che ha vestito il più piccino fiore nella siepe, ha avuto bisogno di te. Del tuo soffione tipo termosifone! Oh, mistero del somaro, della asinità o somaraggine tua. E anche mia, che dovrò imparare da te, che ti dovrò guardare ammirato. E da uomo presuntuoso farmi asino semplice e mansueto, da padrone farmi tuo imitatore. Del tuo dorso, del tuo respiro. E del tuo cuore grandioso”.

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