Per Giorgio Gaber è un concerto comico, che ripercorre in forma originale e divertente alcune delle sue canzoni più rappresentative: La libertà, Porta Romana, Far finta di essere sani, Barbera e champagne, Lo shampoo … oltre a diverse incursioni nelle numerose canzoni “nascoste”: L’odore, È sabato, La Nave, La canzone dell’appartenenza…
Alternate alle canzoni, fanno da cornice brevi racconti e aneddoti tratti da alcuni incontri con lui che potete leggere qui sotto.
Lo spettacolo distribuito dal 2004 con ottimo successo ha al suo attivo oltre 170 repliche in giro per l’Italia.
È disponibile in quartetto oppure come one man show con voce e chitarra.
GLI INCONTRI CON GIORGIO GABER
Giorgio Gaber è stato il mio primo grande amore artistico.
La prima volta che lo vidi in palco fu nel 1988 mentre replicava “Il Grigio” al Teatro Carcano di Milano. Ero un ragazzino di diciassette anni, magro come un hippy e con i capelli lunghi fino alle spalle. Ricordo, che dovetti ricorrere alle poche risorse economiche da ragazzo per tornare a vederlo altre quattro volte in pochi giorni.
Esagerato eh?
Compresi col tempo, che guardandolo stavo in realtà decidendo quale sarebbe stata la mia futura professione. L’ultima sera mi presentai in camerino: un signore elegante di blu, dai modi cortesi, e con una voce profonda che misurava con precisione le parole mi accolse…
Da allora, anche grazie a Paolo Dal Bon e Gianfranco Aiolfi, suoi stretti collaboratori, incontrai Gaber decine di volte in giro per l’Italia per parlare di teatro, di musica, di un video che gli avevo inviato, di un libro che avevamo letto…
Gaber mi ha insegnato molte cose all’inizio del mio lavoro, e di questo gli sono profondamente grato.
Qualche sua parola:
“Costruisciti un tuo piccolo mercato che ti stima, fregatene dei media. Sarai sempre libero e non rischi di diventare un burattino”
“Per dire che lo spettacolo è andato bene le serate devono finire così!”
(Eravamo dietro le quinte al Teatro Alfieri di Torino e il pubblico, appena concluso lo spettacolo tutto in piedi urlava il suo nome )
“La canzone teatrale è un fatto fisico”
E ancora: come si saluta il direttore artistico, come è bene discorrere per telefono con un giornalista che parla del tuo lavoro, come si fanno le prove dei suoni in palco, come scaldare la voce …